“Che gli ospedali lombardi siano un’eccellenza, non solo per la Lombardia, ma per l’intero Paese, è dimostrato dalle cifre. Come al solito i dati sono l’unica stella polare alla quale affidarsi, in questa stagione di oscurantismo e di secretazione. Se così non fosse non si capirebbe la migrazione verso gli ospedali lombardi di cittadini residenti in altre Regioni”
Il mio amico Silvano Gabriele Danesi esordisce così in un suo pezzo pubblicato sul suo profilo FB. La sua tesi, che io condivido è che: “… diventa pertanto incomprensibile il fatto che tale eccellenza non sia stata trasferita sul territorio. I temi, resi evidenti e drammatici dal virus cinese, sono l’assistenza domiciliare, la cura, la prevenzione. Tutti aspetti di un’eccellenza non trasferita”
Aggiune anche che: “…quando il sottosegretario Pierpaolo Sileri pone la questione dei curricula dovuti a protezione e non a professionalità, per quanto riguarda le posizioni apicali a livello nazionale, mette in luce uno dei problemi che hanno ridotto l’Italia allo stato attuale. Protezione politica in cambio di sottomissione scientifica e tecnica. La fiera dei virologi è stata, in questo periodo di tragiche maschere di morte sul palcoscenico osceno della vanità, il segno del degrado”.
Sono parole che non lasciano spazio al dubbio che la situazione reale sia questa. Aggiungo che una pessima figura, la Lombardia, la regione in cui sono nato e cresciuto e che adoro, l’aveva già fatta con i vaccini antinfluenzali introvabili in qualunque farmacia, a suo tempo.
E la stessa brutta figura si è ripetuta con il casino delle prenotazioni vaccinali anticovid.
È pensabile che la regione simbolo dell’eccellenza sanitaria, non solo in Italia ma anche in Europa, sia ostaggio di cotanta inefficienza?
In questi giorni il governatore Fontana ha fatto saltare il Cda di ARIA, l’azienda partecipata al 100% incaricata degli acquisti e dell’innovazione tecnologica. È sufficiente? Siamo certi che non esistano responsabilità politiche?
Perché non è una novità che il cda sia stato nominato secondo logiche di spartizioni politiche tra i partiti che governano la regione.
La zona rossa provoca gravi danni al sistema economico lombardo, soprattutto a quello turistico e della ristorazione e affini.
Genera sconforto psicologico tra i cittadini e sfiducia nelle istituzioni.
A quando la fine di queste brutte figure? A quando l’individuazione delle responsabilità politiche?
Claudio Zani